Una donna di nome Jessica Corradi si è trasferita da Verona agli Stati Uniti, per la precisione in Colorado. In un articolo, ha elencato quali sono gli 'shock culturali' più grandi avuti ora che vive in un'altra nazione.
La cultura popolare italiana è profondamente influenzata da quella statunitense. Gli italiani guardano serie tv americane, film americani e sui social copiano quello che fanno gli americani, veri maestri dell'arte dell'intrattenimento. Molti sanno indirettamente com'è vivere negli States grazie ai racconti di amici o parenti, altri lo sanno grazie a esperienze in prima persona. Jessica Corradi ha parlato con Business Insider di com'è la sua nuova vita di italiana espatriata in America. La donna precisa che suo marito è statunitense e che, per lui, è stato come tornare a casa, mentre lei non aveva mai trascorso più di qualche settimana in Colorado e inizialmente non era nei suoi piani di vita.
Il primo shock culturale riguarda il cibo: "Le porzioni al ristorante sono molto più grandi di quelle italiane", assicura. Anche il caffè è totalmente diverso: "Qui la gente cammina per strada sorseggiando bicchieroni di caffè lungo. Mi manca la tazzina di espresso italiano". Negli Stati Uniti, a suo dire, "tutti" corrono e la vita scorre più veloce. Gli italiani, a suo dire, sanno prendersi del tempo per rilassarsi, mentre gli americani sono alla costante ricerca di adrenalina. Un lato negativo? Negli States, Jessica "cammina molto di meno" a piedi rispetto all'Italia. "Amavo camminare per Verona, sentire l'odore del pane, fare la spesa passeggiando. Qui è tutto più grande, i negozi sono distanti l'uno dall'altro e tutti usano l'auto per spostarsi".
Si trasferisce da Verona agli Stati Uniti ed elenca gli shock culturali vissuti
Ritornando al discorso della "vita veloce", la nostra connazionale ammette che "gli americani sono sempre iperattivi". Qui, infatti, lavorano spesso più delle canoniche otto ore, sono alla ricerca di opportunità di guadagno extra e "vivono per lavorare". Lei, però, resiste e non si conforma: "Ammiro molto la loro dedicazione, ma io ho bisogno dei miei ritmi più lenti e di rilassarmi quando posso". La stessa mentalità ce l'hanno i gestori di negozi: "In Italia è normale chiudere per alcune ore a ridosso dell'ora di pranzo. Negli Stati Uniti è quasi impossibile. Trovi quasi tutti i negozi aperti a qualsiasi ora. È comodo, ma per me è eccessivo".
Non può mancare una menzione al 4 luglio, la Festa Nazionale negli Stati Uniti: Independence Day. "Qui hanno un senso del patriottismo che quasi nessuno in Italia ha. Prima, durante e dopo Independence Day, è un oceano di rosso, blu e bianco. Non me l'aspettavo. Alcuni prodotti cambiano perfino packaging in quei giorni. Sono rimasta sorpresa positivamente". Jessica conclude il suo articolo ammettendo che "non è facile" chiamare "casa" gli Stati Uniti ma che è determinata e felice per questa nuova avventura di vita. "La affronterò un sorso di caffè lungo Americano alla volta", assicura.