Un ristorante non stellato, né tanto meno elegante, ha imposto regole severissime per quanto riguarda il dress code. In molti, sui social, si sono lamentati di come il locale abbia vietato praticamente ogni indumento esistente.
Quando andiamo a cena al ristorante, il più delle volte, facciamo attenzione a ciò che indossiamo. Se è un locale elegante, optiamo per un abbigliamento adeguato al contesto. Viceversa, in molte località balneari, si capita di andare a mangiare con il costume addosso, soprattutto se il ristorante è sulla spiaggia. Negli Stati Uniti sta facendo molto parlare di sé un ristorante (non stellato) della North Carolina che "per tutta l'estate" ha imposto un dress code severissimo. Un aspetto curioso della faccenda è che una "sintesi" delle regole è stata scritta con un pennarello sulla porta d'ingresso. Le scritte con il pennarello occupano praticamente tutti i tre vetri presenti.
Siamo da Kim's Kafe, un ristorante di Greensboro (North Carolina) che serve "soul food". Per chi non lo sapesse, è un particolare tipo di cucina inventato negli Anni '60 del XX secolo dalla comunità afro-americana. Di base, è cibo gustoso preparato con ingredienti dal basso costo. Forse il piatto più rappresentativo è il pollo fritto, ma lo sono anche la pancetta di maiale affumicata, le costolette di manzo. Tra il soul food c'è anche tanta verdura: piselli, patate (anche dolci), okra e mais in abbondanza. Con tutto il rispetto, è l'esatto opposto di un ristorante stellato, visti gli ingredienti usati. Bene, nel locale in questione sono vietati: pantaloncini corti, magliette che lasciano il ventre scoperto (crop top), leggings, scarpe che non coprono il piede per intero, minigonne, magliette bianche e "in generale abiti striminziti".
Il ristorante non stellato con il dress code più severo di tutti
Nel post Facebook pubblicato per spiegare l'adozione di queste regole così stringenti, i gestori hanno fatto sapere: "Chiediamo solo che la gente rispetti il nostro dress code e rispetti gli altri presenti. Al giorno di oggi, le persone non lasciano nulla all'immaginazione, per questo abbiamo imposto delle regole severe". Il post su Facebook ha ricevuto 12.000 reazioni, 10.000 commenti e alcune migliaia di condivisioni. Uno dei commenti con più 'Mi piace' recita: "Ok, io dovrei letteralmente andare a comprare dei vestiti solo per poter entrare nel vostro ristorante".
Un utente donna scrive: "Ho la sensazione che questo annuncio sia rivolto quasi esclusivamente alle donne. Qualcuno deve aver visto qualcosa che ha stuzzicato l'immaginazione". Un altro commento con centinaia di 'Mi piace' recita: "Siamo in estate e sono vietati pantaloncini e t-shirt bianche? Non verrò mai, buona fortuna". La WCNC ha sentito il parere di un avvocato, David Daggett: "Le regole sono legali a patto che non risultino discriminatorie. Ho fatto un esempio a mio figlio per spiegarlo: mettiamo il caso che io ristoratore odio le magliette blu. Se metto un annuncio nel mio locale dicendo che sono vietate, è legale. L'importante è che io rifiuti proprio tutti quelli che entrano con una maglietta blu addosso e non solo alcuni. In quel caso, sarebbe discriminazione".