"Il mio capo mi ha costretta a fare una riunione di lavoro poche ore prima del parto", la denuncia di una dipendente incinta

Una dipendente di 28 anni, incinta, ha raccontato di come il suo capo l'abbia costretta a partecipare a una riunione di lavoro malgrado mancassero (in teoria) poche ore al suo parto. Ecco come si è giustificato il datore di lavoro e come ha reagito lei a quello che ha definito "un abuso".

Quando una donna è incinta - e soprattutto quando mancano poche ore al parto - deve prestare la massima attenzione e accumulare meno stress possibile. Il cosiddetto "travaglio" è un momento estremamente impegnativo sia a livello fisico che mentale. Una ragazza di 28 anni, che ha da poco partorito, ha raccontato un episodio increscioso accaduto poche ore prima del parto. Il racconto è comparso su Reddit, alla sezione r/AITA. La 28enne spiega che lavora per l'azienda in questione da cinque anni. Cinque anni "pacifici", durante i quali non aveva avuto problemi con nessuno dei colleghi o dei superiori. All'ottavo mese incinta, però, la situazione è peggiorata da un giorno all'altro.

Una dipendente incinta ha raccontato che il suo capo l'ha costretta a prendere parte una riunione, poche ore prima del parto.
Una dipendente incinta ha raccontato che il suo capo l'ha costretta a prendere parte una riunione, poche ore prima del parto.

Quando mancavano poche settimane al parto, la 28enne ha sofferto di contrazioni durante le ore lavorative, andando in ospedale in due occasioni, entrambe a vuoto. Alla luce di questi due episodi, il suo capo (che chiama 'John') ha fatto delle "battutine velenose" sul fatto che la 28enne stesse "esagerando" e le ha chiesto con tono sarcastico se l'azienda dovesse pianificare le riunioni in base alle sue contrazioni. Una battutina che l'autrice del racconto, come prevedibile, non ha gradito. Un giorno, però, le contrazioni sono diventate intense, praticamente insopportabili. La 28enne ha chiesto al suo capo se potesse uscire e recarsi in ospedale, ma lui ha risposto picche.

Il capo che non permette alla dipendente incinta di andare in ospedale perché "c'è riunione di lavoro"

"Mi ha risposto che c'era riunione quella mattina e che la mia presenza era cruciale. Mi ha detto che bastava rilassarmi e che il bambino non sarebbe uscito improvvisamente dalla mia pancia", scrive. "A fine riunione, ero davvero sopraffatta dal dolore. Sono corsa in ospedale con l'auto e avevo difficoltà a camminare. Mio marito era lì. Nel giro di poche ore, è nata nostra figlia, per fortuna in perfetta salute". Ora che il periodo di maternità è finito, la 28enne è tornata al lavoro. Purtroppo per lei, però, l'aria in ufficio è irrespirabile. "Ho segnalato quello che è successo ai responsabili delle Risorse Umane e John è stato sospeso. I miei colleghi non me l'hanno perdonato e non mi rivolgono più la parola".

 

AITA for reporting my boss after he forced me to attend a meeting despite knowing I was in labor?
byu/IllSituation6855 inAITAH

"Ora che sono tornata, mi guardano tutti male e parlano alle spalle. E la cosa peggiore è che il nuovo capo che è stato nominato al posto di John sembra volersi vendicare per conto suo e dà la colpa a me per quello che è successo. Non potevo immaginare che quello che ho fatto per salvaguardare la mia salute e quella di mia figlia mi avrebbe messo contro tutti i miei colleghi". Nei commenti al post Reddit, praticamente tutti le hanno dato ragione e le hanno suggerito di denunciare l'azienda per il mancato supporto e per il mobbing ricevuto. L'alternativa sarebbero le dimissioni, ma con una figlia appena nata e tante spese extra, rinunciare allo stipendio non sembra la scelta più saggia.

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