Scenziato analizza batteri e bacilli presenti sulla spugna per piatti: quello che viene fuori è da mani nei capelli

Uno scienziato ha realizzato un video in cui mostra cosa è "impregnato" in una spugna da cucina per i piatti, con l'aiuto del microscopio. Le immagini non sono rassicuranti.

Vi siete mai chiesti chi abbia inventato le spugne da cucina che praticamente ognuno di noi ha usato o usa tutt'ora per lavare i piatti? Nell'Antica Grecia, le spugne di mare venivano usate soprattutto dagli atleti olimpionici prima delle gare, venendo cosparse di olio d'oliva o da sostanze naturali profumate. Ancora oggi milioni di persone le usano sotto la doccia, per pulirsi in maniera più accurata rispetto al semplice sfregamento delle mani. Ma le spugne da cucina sono frutto di una sorta di errore. Otto Bayer - sì, il fondatore della Bayer - inventò per sbaglio il poliuretano espanso, il materiale di cui sono fatte le spugne da cucina moderna.

Lo scienziato, infatti, stava creando sperimentalmente dei blocchi di poliuterano, ma uno di questi uscì difettoso, con delle bolle. Somigliando molto alle spugne marine ed essendo porose, furono usate per lavare i piatti. I primi esemplari si distruggevano dopo pochi utilizzi. Gradualmente, con l'aggiunta di altri composti chimici e naturali, le spugne sono diventate 'perfette' e oggi rappresentano la soluzione numero 1 per il lavaggio manuale dei piatti. Prima di allora, la gente usava prevalentemente stracci per strofinare i piatti sotto l'acqua corrente. Insomma, un significativo passo in avanti. Il problema è che in pochi sanno quanto piene di batteri siano le spugne che, in questo momento, sono poggiate a pochi centimetri dal lavello delle nostre cucine.

La spugna per piatti passata sotto il microscopio è un ricettacolo di batteri

I profili Instagram The Bacteria Brothers e Microbiologia Italia hanno realizzato un video in collaborazione per mostrare quanto infetta (di batteri) sia la "normale" spugna da cucina. Prendendone una piuttosto consunta, i due l'hanno leggermente bagnata con dell'acqua, strofinato un tampone sulla superficie gialla e quella verde, per poi strofinarlo nuovamente su una piastra di Petri. Passandole poi ad alta temperatura, è venuto fuori che la spugna era piena di muffe e bacilli. Il video ha raggiunto 156.000 visualizzazioni in meno di dieci giorni:

I batteri presenti su una spugna per piatti usata.
I batteri presenti su una spugna per piatti usata.

A chi ha chiesto soluzioni per evitarne la formazione di queste forme di vita poco piacevoli da vedere, il profilo The Bacteria Brothers: "Si può disinfettare con ipoclorito di sodio (candeggina) oppure scaldando un po’ di acqua e mettendola a bagno con bicarbonato. Dopo un po’ che è usurata sostituirla con una nuova". Insomma, qualcuno può pensare che la spugna, essendo a costante contatto con acqua calda e sapone, sia automaticamente pulita, ma non è così. Il fatto che spesso venga lasciata ad asciugare sul lavandino favorisce la creazione di muffe e bacilli. Ecco perché, almeno una volta a settimana, è bene disinfettarla con candeggina o bicarbonato. Parlando di consigli utili per la casa, segnaliamo l'elettrodomestico che va sempre staccato dalla corrente per evitare problemi all'impianto elettrico.

Lascia un commento